mercoledì 1 ottobre 2014

Fabio Pusterla




LETTERE DA ZINGONIA



I


Perché non c’è altro non resta
non rimane altro
nell’annullamento
nella foschia nelle brume
non resta che questo pensiero
costante che sibila un nome
una voce riarsa il suo tono
lontano

perché non c’è altro nel mondo
svuotato di senso
soltanto la voce
che chiama

buona
non buona più voce di fiume
Adda imbrigliato aspro
che cozza contro i ponti
i basamenti

periferie tangenziali che anellano
inurbamenti coatti progetti falliti
posteggi d’orrore
l’insonne dormitorio

controviali dove si cammina
tra macerie
con lingue sconosciute si scambia
qualche basico segnale di umanità
qualche sorriso provvisorio
cenni

sempre diretti senza direzione
verso il nome dell’assenza
inoltrandosi  nei parchi
o costeggiando
certe rogge o canali
certe chiuse

verso la parola impossibile
il tramonto di rosso chimico
Dalmine e l’autostrada
vorticosa



II


Cara Lucia ti scrivo da qui
dall’altra riva senza parole
senza grammatica.

Che non so neanche
se puoi ricordarti di me
se sei viva.

Di me non preoccuparti.
Ho attraversato
Zingonia e molti fiumi.

Sopravvivo. Ti penso.
Ti penso sul cammino
e nelle soste brevi,

ti penso quando vedo
dove ci può cacciare fino a dove
ci può cacciare il grugno del potere,

la cosa che ci schiaccia.
Ti penso anche nei fiori, nelle nuvole
e in tutti gli animali che incontro,

quelli più grandi e gli altri, piccolini.
Ti penso nei bambini
e nei vecchi. E ti saluto

da qui, con quel che sai
e anche con altre cose che non sai
e che non sappiamo. Senza

troppe speranze, tuo
per sempre
Renzo Tramaglino.



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Inedito. Ma avviso anche i lettori che di Fabio Pusterla è appena uscito il nuovo libro, Argéman (Marcos y Marcos).